Il metodo delle due fasi si applica a problemi di PL con vincoli misti () nei quali non è possibile trovare come base la matrice identità.
Se non c’è la matrice identità, è impossibile avviare il simplesso infatti.
Consiste, appunto, di due fasi:
Determina una soluzione di base ammissibile e la forma canonica;
Risolvi il problema di PL.
Nella fase 1 si risolve un problema detto Artificiale.
Consideriamo un problema di PL in Forma Standard che non ha la sottomatrice identità:
Aggiungiamo ad ogni vincolo una variabile detta artificiale.
Nella fase si risolve il problema artificiale:
Una soluzione del problema artificiale è del tipo:
Se è soluzione di Base ammissibile del problema iniziale!
Supponiamo di aver risolto il problema della fase, per andare avanti con la teoria.
Otterremmo:
=valore ottimo=
A questo punto ci sono due casi:
vuol dire che qualche allora si conclude che il problema iniziale non ha soluzione ammissibile.
La regione ammissibile del problema è dunque vuota.
La soluzione finale della fase è tale che è una soluzione di base ammissibile per il problema iniziale.
Quando si passa alla fase si usa la tabella finale della fase e si ricalcolano i costi ridotti, perché si riprende la funzione obiettivo del problema iniziale.
Ci sono 2 ulteriori sottocasi:
Non ci sono variabili artificiali in base.
Si cancellano nella tabella le colonne delle variabili artificiali, e si risolve il problema.
Ci sono variabili artificiali in base.
Restano in base anche nella fase 2, e si cerca di farle uscire dalla base con il metodo del simplesso. Se non si riesce, vuol dire che il vincolo associato alle variabili artificiali in base è ridondante, e si può eliminare.
Esempio
Fase 1
Consideriamo un problema con soli vincoli di uguaglianza, ma senza matrice identità.
(direttamente in forma standard perché mi secco a ricopiare)
Applichiamo la fase: creiamo un problema artificiale sostituendo la funzione obiettivo, e aggiungendo le variabili artificiali (che si comportano come variabili scarto):
Otteniamo la matrice:
Nota Bene
Se si usano le variabili artificiali in ogni riga i costi ridotti delle variabili fuori base sono dati dall’OPPOSTO della somma per colonna.
Calcoliamo i costi ridotti con la formula , che tradotto dal matematichese significa:
Costo Ridotto = Coeff. Variabili nella f.o. - coeff. variabili base f.o. colonna corrente.
Per cui il valore corrente della f.o. è: -vettore coeff. variabili base nella f.o. colonna termini noti:
Entra in base , esce .
Dopo alcune iterazioni, otteniamo la tabella finale:
Dato che , si può passare alla fase.
Notiamo che la soluzione di base trovata in questo caso è: , ed il vettore è una SAB ammissibile per il problema iniziale.
Nota Bene
La prima fase si conclude in uno dei due sottocasi:
Problema iniziale inammissibile
Fornisce una SAB Ammissibile per il problema iniziale (forma canonica per avviare la risoluzione del problema)
Fase 2
Questa fase risolve il problema iniziale partendo dalla soluzione di base ammissibile trovata alla fine della prima fase:
Notiamo che non sono in base, e si può eliminare pure in quanto vincolo ridondante (sia colonna che riga) (è ridondante perché l’equazione che rappresenta la riga equivale a 0)
Ottenuta questa tabella si riprende la funzione obiettivo originale:
I valori dei costi ridotti e della funzione obiettivo sono a questo punto:
Vettore
0
0
Dopo altri svariati calcoli e un’altra iterazione, arriviamo alla SAB ottima: , con valore ottimo